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Olivo: patogeni e fasi fenologiche

L’olivo e i patogeni


Le condizioni ambientali dei climi mediterranei e lo sviluppo sempre più rapido dei cambiamenti climatici impongono lo sviluppo e l’adozione di meccanismi virtuosi di sostenibilità ambientale.


L’aumento dei periodi di siccità e dei fenomeni pluviometrici di forte entità nel breve periodo di tempo sta portando ad un cambiamento delle condizioni climatiche generali, in questo scenario le piante hanno lenti ritmi di adattamento, invece i patogeni hanno maggiori capacità di adattamento risultando, in alcuni casi, più pericolosi.



Effetti del clima sugli ulivi
Figura 1. Olive e clima (www.olivoartigianale.it)

Inoltre la limitazione dei prodotti di sintesi, sempre in crescita, sta già portando inesorabilmente verso l’adozione di tecniche di difesa sempre più innovative e rispettose dell’ambiente.


Ne è un esempio Elaisian, che con il servizio di previsione delle malattie dell’oliveto, fornisce ai clienti informazioni relative allo sviluppo dei patogeni e alla loro pericolosità, direttamente su Web App dedicata con accesso personale.


In Italia sono numerosi i patogeni dell’olivo ma sono pochi quelli realmente dannosi ai fini produttivi.


Ovviamente ogni areale geografico ha le proprie caratteristiche ambientali legate allo sviluppo di determinati patogeni.

Di seguito verranno descritte le fasi fenologiche dell’olivo più sensibili ai patogeni.



Le fasi fenologiche e le patologie principali dell’olivo


Elaisian studia quattro patogeni principali: mosca (Bactrocera oleae), tignola (Prays oleae), lebbra (Colletotrichum spp.) e occhio di pavone (Spilocaea oleaginea).


Grazie ai modelli di previsione fenologici e patologici, Elaisian è in grado di prevenire lo sviluppo fino a 10 giorni prima dell’attacco, grazie ad una modellistica basata su algoritmi implementati specificatamente per l’olivicoltura ed adattata a specifici areali grazie ai dati raccolti dalle stazioni meteo installate nelle proprietà dei clienti.


Supporto all'agricoltura Elaisian
Figura 2. Elaisian e l'agricoltura di precisione

La prima fase fenologica sensibile è il germogliamento, si tratta di una fase delicata con la presenza di giovane vegetazione. In una prima fase, con temperature tra i 16 e i 22 °C ca, elevata umidità relativa e bagnatura fogliare, si hanno le prime infezioni da occhio di pavone che si insedierà nella porzione sottocuticolare dell’epidermide.



Germogliamento olivo
Figura 3. Germogliamento ed inizio mignolatura (www.perugiameteo.it)

Con l’aumento delle temperature, in particolare comprese tra i 22 e i 24 °C, cominciano gli attacchi di lebbra, con lo stesso meccanismo dell’occhio di pavone ma, in questo caso, verrà interessata un’altra fase fenologica, la mignolatura, infatti l’infezione andrà ad interessare sia la nuova vegetazione che le infiorescenze.



Mignolatura olivo
Figura 4. Mignolatura (www.frantoionline.it)

Proseguendo con la stagione e con l’aumento delle temperature, iniziano a svilupparsi le generazioni dannose della mosca e della tignola. Infatti questi due insetti, già presenti dalla primavera, risultano dannosi a carico delle drupe per gli attacchi in post fioritura e allegagione.


Lo sviluppo delle drupe avviene in estate e i meccanismi di azione sono diversi per i due patogeni.


Per la tignola, in maggio-giugno, le femmine adulte depongono le uova in prossimità del peduncolo, su frutticini di appena 5 mm. Da queste uova fuoriescono, dopo 5-7 giorni, le larve della generazione carpòfaga che scavano gallerie nella polpa e attaccano il nòcciolo ancora erbaceo (tenero).


La mosca si sviluppa con temperature comprese tra i 16 e i 30 °C e risulta estremamente dannosa in una fase seguente a quella della tignola, quella di lignificazione del nocciolo, deponendo le uova all’interno della drupa.


Larva tignola
Figura 5. Larva di tignola su drupa erbacea (www.slideplayer.it)

Con l’aumento delle temperature tutti i patogeni rallentano il loro ciclo, fino ad arrestarlo in alcuni casi. Ad esempio i funghi già sopra i 25°C cominciano ad entrare nella fase di latenza, per la tignola sono limitanti temperature sopra i 30 °C e bassa umidità relativa, invece per la mosca sono limitanti temperature sopra i 32 °C; con temperature molto elevate si ha anche la morte delle uova.


Tra fine agosto e settembre, con l’abbassamento delle temperature e durante la fase di invaiatura ricominciano i cicli di sviluppo: i funghi con le infezioni secondarie e gli insetti con

la fuoriuscita degli adulti dalle drupe.


L’occhio di pavone riparte dall’inoculo all’interno delle foglie, per espandersi più velocemente rispetto alla primavera e provocando ulteriori degradazioni fogliari.

La lebbra continua l’espansione del micelio all’interno dei frutti mummificando le olive.



Occhio di pavone nell'olivo
Figura 7. Foglia con "occhio di pavone"

I funghi resteranno nei residui delle foglie e dei frutti rappresentando l’inoculo per l’anno successivo.


In questo periodo sia la tignola che la mosca fuoriescono dal frutto, la prima da un foro in prossimità del peduncolo e la seconda anche da altre posizioni sulla drupa. Creano così delle aperture che sono vie di accesso per patogeni che potranno causare una ulteriore degradazione del frutto e porteranno a cascola dei frutti.


Infine, da settembre-ottobre, la generazione fillòfaga della tignola produce larve che penetrano all’interno delle foglie, utilizzate come organo per lo svernamento.

La mosca sverna come pupa all’interno dei frutti caduti a terra.


Scopri il video su questo tema del Dott. Fiorentino e tutti i video su questo tema nel nostro canale Youtube.





Per avere maggiori informazioni potete contattare direttamente Elaisian alla mail: info@elaisian.com.

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